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MAXXI MAXXI

Committente:

Fondazione MAXXI

Nome progetto:

MAXXI

Progetto di Ferrara Palladino lightscape, con Lorenzo Pica e Debora Turrici

Photo credits:

Courtesy MAXXI l’Aquila
e Erco Italia

La fondazione MAXXI, costituita nel 2009 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gestisce l'omonimo museo di Roma progettato da Zaha Hadid e il nuovo Museo de L'Aquila, Palazzo Ardinghelli. Il MAXXI è il primo museo nazionale dedicato alla creatività contemporanea. La programmazione delle attività – mostre, workshop, convegni, laboratori, spettacoli, proiezioni, progetti formativi – rispecchia la vocazione del MAXXI ad essere non solo luogo di conservazione ed esposizione del patrimonio ma anche, e soprattutto, un laboratorio di sperimentazione e innovazione culturale, di studio, ricerca e produzione di contenuti estetici del nostro tempo.

La richiesta

La richiesta della committenza è stata quella di disegnare un oggetto destinato all'illuminazione (sia generale che d'accento) che fosse declinabile in diversi modi a secondo delle necessità dell'ambiente architettonico. La creazione di una sede distaccata del MAXXI in Abruzzo, inoltre, esprime chiaramente la volontà di includere questo museo all’interno di un itinerario culturale di ampio respiro, che va ben oltre i confini regionali. È in quest’ottica che si posiziona il progetto della nuova illuminazione.

Le difficoltà

A seguito delle terribili ferite riportate dal terremoto del 2009, Palazzo Ardinghelli, sede che ospita il MAXXI L'Aquila, è stato oggetto di un'importante opera di restauro e recupero. L'intervento ha dovuto, quindi, tener conto di diversi parametri normativi e rigidi protocolli per la progettazione antisismica. In quest'ottica, le principali criticità legate alla richiesta di disegnare un oggetto declinabile su diverse applicazioni, sono state riscontrate nelle sale espositive per le quali è stata prevista la realizzazioni di grandi travi attrezzate. I vincoli principali hanno riguardato il peso del sistema (la struttura più gli apparecchi), che non doveva gravare eccessivamente sull’architettura esistente.

Il progetto

Partendo dall’idea di fornire al nuovo museo un’illuminazione flessibile in tutte le sale e facilmente adattabile a ogni tipo di esposizione, il sistema propone una tipologia di installazione e materiali di costruzione altamente innovativi e dalle elevate prestazioni tecniche. Così, anche in tema di luce, il progetto cerca di andare oltre la mera restituzione alla città di un edificio di pregio, contribuendo, per quanto gli è proprio, all’idea di rendere questo palazzo una struttura museale in linea con la realtà contemporanea. Per esempio, nel portico della corte principale sono stati inseriti alcuni elementi sospesi che riprendono per materiali e filosofia l’illuminazione del museo, ma soprattutto esprimono un senso di modernità che mostra un carattere proprio e il desiderio profondo di essere parte di quella rete di musei dell'Italia contemporanea che può trovare anche in Abbruzzo le sue ragioni d’essere. Sfida del progetto, che ha visto affiancati architetti della Soprintendenza e architetti museali del MAXXI, era quella di integrare l’identità storica del palazzo con la sua nuova destinazione d’uso e il suo nuovo ciclo vitale di organismo museale.

Le tipologie di apparecchi disegnate e realizzate sono sostanzialmente quattro: le travi (a incastro o sospese), presenti in tutte le sale espositive; le applique a parete, di due differenti dimensioni e attrezzate con 3 o 5 apparecchi di illuminazione ciascuna, presenti principalmente nei connettivi (scale, corridoi, spazi di attesa); le sospensioni nel cortile; le piantane presenti nel giro di ronda al piano nobile. Tutte le tipologie sono, di base, una declinazione di una trave ad H che, in tutte le sue configurazioni, presenta la stessa sezione e finitura e conferisce, in questo modo, un’identità formale all’intervento. Tutte le strutture sono state realizzate in carbonio, in modo da alleggerire il peso della struttura gravante sui muri e migliorare gli aspetti antisismici, prerogativa fondamentale del progetto. Il carbonio, in quanto materiale composito, ha consentito, inoltre, di ottenere una maggiore rigidità della struttura e, di conseguenza, di raggiungere lunghezze più elevate con un unico pezzo: sono stati installati elementi di lunghezza fino a 11 metri senza la necessità di ricorrere a zanche laterali o pendini, riducendo notevolmente l’impatto visivo del sistema. Per garantire la massima flessibilità al sistema di illuminazione del museo, le travi presenti negli ambienti espositivi, così come le piantane, sono state attrezzate con binari elettrificati che consentono, in qualsiasi momento, una semplice riconfigurazione dell’impianto in termini di quantità e disposizione degli apparecchi di illuminazione. La forma ad H delle travi sospese ha consentito infatti di realizzare tutti i cablaggi al di sopra delle stesse e di installare, nella parte superiore, una linea Led preposta all’illuminazione indiretta dei soffitti. Questo espediente permette di bilanciare le luminanze all’interno degli ambienti espositivi, favorendo il processo di adattamento visivo e, di conseguenza, migliorando la fruizione delle opere da parte dei visitatori. Gli apparecchi scelti, sia per gli aspetti tecnici sia per l’impatto estetico, consentono di rispondere in maniera precisa alle esigenze derivanti da possibili allestimenti differenti (potenza, apertura fascio, emissione simmetrica/asimmetrica, temperatura di colore, regolazione flusso, adozione accessori ottici e altro).

Si può dire in conclusione che il progetto dell’allestimento museale del nuovo MAXXI L’Aquila sia una sintesi tra il restauro di un immobile storico e la creazione di un’infrastruttura flessibile e innovativa con le caratteristiche del nostro tempo. Nel progetto coesistono due dimensioni, storia e presente, in un processo di continua interazione che non forma un’immagine unica e definita ma rappresenta uno scambio aperto tra l’opera di conservazione e la creazione di un contesto contemporaneo, attraverso nuove funzioni che abitano l’architettura storica.