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Gallerie d'Italia Gallerie d'Italia

Committente:

Intesa Sanpaolo

Nome progetto:

Gallerie d'Italia

Progetto di Ferrara Palladino lightscape, con Lorenzo Pica e Debora Turrici

Photo credits:

Vincenzo Labellarte

Intesa Sanpaolo è un istituto bancario tra i più importanti in Italia. Per condividere il loro enorme patrimonio artistico, composto da oltre trentacinquemila opere, è nata la necessità di creare il polo museale di Gallerie d'Italia. Le Gallerie d’Italia hanno quattro sedi - Milano, Napoli, Torino e Vicenza - dove vengono esposte le collezioni permanenti e le mostre temporanee, oltre ad organizzare un ricco programma di eventi.

La richiesta

In occasione dell'inaugurazione della nuova sede di Torino, Intesa ha richiesto la presenza di uno studio di lighting design che di occupasse dell'illuminazione dell'intero museo e, in particolare, delle due mostre inaugurali: “La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia” di Paolo Pellegrin e “Dalla guerra alla luna 1945-1969. Sguardi dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo”. Oltre alla progettazione, la richiesta è stata quella di seguire e coordinare le fasi di installazione e puntamento degli apparecchi di illuminazione e di assistenza durante la programmazione del sistema di gestione.

Le difficoltà

Gli spazi che ospitano gran parte del museo sono completamente ipogei, quindi il controllo della luce artificiale ha rappresentato al tempo stesso una complessità e un'opportunità unica. Inoltre, le sale espositive che hanno ospitato le mostre inaugurali presentavano geometrie totalmente diverse tra loro, a volte con altezze di installazione considerevoli (oltre 7m).

Il progetto

All’interno dello stesso polo museale coesistono ambienti estremamente differenti per caratteristiche architettoniche, tipologie di opere esposte e attività svolte. Da un punto di vista illuminotecnico, la sfida è stata quella di realizzare un sistema di illuminazione comune a tutti gli spazi espositivi, ma sufficientemente flessibile da consentire di far fronte alle necessità (e alle criticità) proprie di ciascun ambiente. L’impiego di binari elettrificati ha consentito la realizzazione di un sistema altamente configurabile e ri-configurabile, necessità dovuta soprattutto al fatto che gli ambienti ipogei vedranno un susseguirsi costante di mostre ed eventi di durata limitata. I proiettori impiegati per l’illuminazione delle opere esposte presentano dimensioni, potenze e caratteristiche fotometriche diverse, ma appartengono alla stessa “famiglia” di apparecchi. In questo modo è possibile disporre, in ogni occasione, dello strumento più idoneo mantenendo comunque l’identità formale dell’impianto. Per garantire un buon fattore d’accento sulle opere esposte pur mantenendo livelli di illuminamento contenuti, è stato necessario creare una condizione di penombra negli ambienti espositivi llimitando al minimo la presenza di luce “parassita” che avrebbe compromesso l’effetto finale. Per questo motivo sono stati impiegati apparecchi con eccellenti prestazioni fotometriche e l’emissione luminosa (flusso e distribuzione) di ciascun apparecchio è stata attentamente calibrata.

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