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Caduta degli Angeli ribelli Caduta degli Angeli ribelli

Committente:

Intesa Sanpaolo

Nome progetto:

Caduta degli Angeli ribelli

Progetto di Ferrara Palladino lightscape, con Lorenzo Pica e Debora Turrici

Intesa Sanpaolo è un istituto bancario tra i più importanti in Italia. Per condividere il loro enorme patrimonio artistico, composto da oltre trentacinquemila opere, è nata la necessità di creare il polo museale di Gallerie d'Italia. Le Gallerie d’Italia hanno quattro sedi - Milano, Napoli, Torino e Vicenza - dove vengono esposte le collezioni permanenti e le mostre temporanee, oltre ad organizzare un ricco programma di eventi.

La richiesta

In considerazione dell’unicità dell’opera scultorea di Bertos - composta da oltre 60 figure ricavate da un blocco unico di marmo - e dell’intento espositivo manifestato dalla direzione del Museo, è emersa la necessità di realizzare un sistema di illuminazione unico, espressamente disegnato per accompagnare la narrazione dell’opera e armonizzarsi all’architettura della sala. Per questo motivo,la commitennza ha voluto affidarsi a uno studio di lighting design che potesse curare gli aspetti tecnici e artistici del nuovo sistema di illuminazione.

Le difficoltà

Per illuminare correttamente l’opera e metterne in evidenza i dettagli, la luce deve provenire da tutte le direzioni, dall’alto e dal basso. La principale difficoltà nella realizzazione di un sistema di questo tipo è stata quella di riuscire a circoscrivere la luce all’interno del volume dell’opera, in modo da evitarne indesiderate dispersioni nell’ambiente che avrebbero compromesso lo scenario luminoso e generato fastidiosi fenomeni di abbagliamento.

Il progetto

Protagonista assoluto della sala è il gruppo scultoreo, che - rispetto all'allestimento precedente - ha mantenuto la sua posizione centrale rispetto all'ambiente. Per limitare l’intrusività del sistema di illuminazione si è scelto di posizionare gli apparecchi il più vicino possibile all’opera, in modo da impiegare potenze ridotte e, di conseguenza, disporre di corpi illuminanti di dimensioni contenute. L'installazione di un numero elevato di apparecchi ha consentito un miglior controllo della luce emessa e la possibilità di creare scenari diversi, anche dinamici. Per l’installazione degli apparecchi di illuminazione nelle posizioni ottimali è stata realizzata una struttura in alluminio composta da due elementi circolari praticamente identici, di cui uno (quello superiore) porta venti apparecchi e l’altro (quello inferiore) dodici. L’anello superiore è installato a sospensione mediante tige e pendini in acciaio, quello inferiore, invece, è solidale alla struttura del dissuasore già esistente. Pur trattandosi di elementi separati, l’identità formale degli elementi e le geometrie di installazione ne consentono una percezione complessiva. La dimensione contenuta degli apparecchi di illuminazione, inoltre, ha reso possibile la realizzazione di una struttura relativamente esile che non toglie evidenza all’opera. L’attuazione di diversi scenari, anche dinamici, rende la fruizione dell’opera un’esperienza in costante divenire, sempre diversa e in grado di accompagnare il visitatore alla scoperta del gruppo scultoreo, accentuando la tragicità della raffigurazione. Quasi una rappresentazione teatrale.

Il risultato

Attualmente sono stati configurati otto differenti scenari, di cui sei dinamici. Il dinamismo ha come obiettivo quello di creare, attraverso la luce, una narrazione che accompagni il visitatore alla scoperta dell’opera e ne invogli la permanenza all’interno della sala. Attirata la curiosità del visitatore, gli viene data l’opportunità di osservare attentamente l’opera e di scoprire anche le figure più nascoste: l’illuminazione statica - realizzata simultaneamente dall’alto e dal basso - fornisce un’elevata quantità di luce che, oltre a far risaltare il gruppo scultoreo all’interno della stanza, consente di apprezzarne gli innumerevoli dettagli.